Che cosa ci nutre? Che cosa nutre veramente la vita? La storia di Kakuo

“Questa domanda che risuona come una provocazione per me, merita una riflessione che parli non tanto di aiuti materiali, ma di incontro. Pensavo proprio a questo quando cinque giorni fa abbiamo accolto al Saint Martin Kakuo, una ragazza di un’etnia seminomade, mai andata a scuola, che a soli 14 anni ha tentato il suicidio con un prodotto per il bestiame.

Kakuo, comprata con 20 capi di bestiame da un anziano della sua comunità è stata forzata a diventarne la terza moglie. Lei ancora bambina si è trovata contro la propria volontà imprigionata in una decisone che non le apparteneva né la rispettava. Scappare col rischio di essere ripresa sarebbe significato morire, così ha preferito scappare sì, ma allo stesso tempo uccidersi. Meglio che rimanere in quella situazione. Una suora di una missione in quella zona l’ha ricevuta così in fin di vita, raccolta priva di sensi lungo la strada.

È stata subito una corsa contro il tempo. La cura del fisico, salvare la vita a Kakuo con una lavanda gastrica d’urgenza è stato fondamentale, è stata la priorità, e grazie a Dio Kakuo è ancora tra noi.

Ma subito dopo abbiamo capito che la profondità della disperazione che abita il suo cuore, la paura di essere ritrovata, il terrore del buio e l’impossibilità di dormire, avevano bisogno di molto più che un intervento medico.

È saper nutrire il cuore la vera sfida, ciò che guarisce davvero. Saper entrare con cura e delicatezza in quell’anima che sanguina, alimentare la fiducia poco a poco, creare spazio alla speranza è impegno estremamente più delicato e lungo.

Eppure è proprio in questo percorso che può avvenire l’incontro. È questo camminare a fianco che offre l’occasione di un doppio miracolo. Il miracolo di vedere la vita di Kakuo rinascere e ripartire, ma anche quello di vedere la nostra stessa vita risorgere e guarire dalle nostre inconsistenze e ferite. Kakuo come uno specchio, ci rimanda al nostro dolore, alle sofferenze che tutti ci portiamo dentro e attendono di essere guarite. È l’occasione che una ragazza adolescente ci offre, non solo di nutrire lei, ma di lasciare che, nella sua fragilità, lei nutra noi.

Nella fatica di aprire un dialogo con una ragazzina terrorizzata c’è la fatica di imparare a lasciare che qualcuno possa aprire un dialogo anche con noi. Nel cammino per far sì che una vittima di violenze si fidi di un altro, c’è il nostro cammino per imparare, a nostra volta, a fidarci di chi vive accanto. Nella bellezza di annunciare un futuro diverso per Kakuo, c’è la bellezza di udire la sua voce silenziosa con cui ci incoraggia a guardare al nostro futuro con occhi nuovi. È questo incontro che cambia anche noi e ci provoca nel lavoro che facciamo al St. Martin. È questo incontro che nutre la vita dei più deboli e la nostra allo stesso tempo.” 

(Mariano Dal Ponte, direttore del Centro Saint Martin a Nyahururu, in Kenya. Intervista realizzata per “Un attimo di pace”   

 

Questa voce è stata pubblicata in Testimonianze. Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>