La Pasqua del cambiamento

Ormai stiamo vivendo in questa bellissima Terra da cinque mesi…e quella che verrà sarà la nostra prima Pasqua missionaria.

Ci soffermiamo a riflettere sul Cap.13 di Giovanni: la lavanda dei piedi. Gesù con grande umiltà e con questo gesto del tutto nuovo spiazza i discepoli che faticano a capire cosa stia facendo il loro Maestro. Il suo però non è un atto di sottomissione, mantiene la sua autorità. E’ un gesto di gloria.

E noi ci chiediamo: quando ci siamo degnati di lavare i piedi ai nostri fratelli e sorelle?

Gesù dice anche “Vi ho dato l’esempio perché come faccio io, facciate anche voi”. A tal proposito ci piace ricordare  una preghiera di Oscar Romero che ci ha accompagnato nei momenti di riflessione comunitaria al St.Martin nel mese di Febbraio “You shoud know that we no longer need to preach, because Christians preach by the example of their own life”. Da quando ci siamo sposati pensiamo che il più bell’esempio di testimonianza cristiana sia la nostra stessa vita; con le nostre scelte magari anche controcorrente, la nostra semplicità, il nostro stile di vita sobrio, i nostri comportamenti, l’educazione che vogliamo trasmettere ai figli…non siamo capaci di predicare come i grandi profeti, quello che vogliamo trasmettere lo facciamo con la nostra quotidianità e il nostro essere noi stessi.

Ci piace che i nostri colleghi del St.Martin e l’Ache Kenya vedano in noi una famiglia che si vuole bene, che dà priorità ai figli, che si rispetta e che si ama. Tutti sottolineano il fatto che non è così scontato trovare qui in Africa un padre che si occupa da solo e a tempo pieno dei figli quando la madre è occupata per lavoro.

Qui le donne si arrangiano a fare tutto, sono le vere eroine della casa! Dai figli, ai genitori anziani, dal lavoro nei campi al raccogliere la legna nel bosco…sono loro che si prendono cura di tutti gli aspetti riguardanti la famiglia. Non è raro incontrare per strada una donna piegata sotto il peso di legna, sacchi pieni di verdura, o altro.

Un altro passo del Vangelo che ci piace è quando Gesù dice “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13, 34). Una persona ci ha detto che in camera sua ha un cartellone con scritto: Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.

E noi ci chiediamo: fino a dove sono in grado di arrivare con il mio amore? Quanto i pregiudizi mi bloccano dall’amare appieno?  

 A volte ci sentiamo con Simon Pietro che per tre volte risponde a Gesù che lo ama ma che poi lo rinnega in pubblico. Non è facile vivere da cristiani, non è facile dimostrare che si può vivere da cristiani. Questo Paese è un’oasi felice e qui nessuno ti giudicherà mai se dici: “Scusa, adesso é il momento per la preghiera”. Ricordiamo bene quando eravamo a casa quanto fosse difficile vivere in libertà la propria Fede, non perché fosse motivo di vergogna, ma perché la società ti taglia fuori dai giochi se sei un credente. Abbiamo finito col pensare che le critiche vengano fatte solo per invidia; siamo sicuri che essere cristiani significa avere una marcia in più,  in fin dei conti per noi è essere “semplicemente” quello che siamo da sempre. Non farsi problemi inutili dove non ci sono, vivere con semplicità (che non significa con leggerezza) e gioire per quello che si riceve e si ha senza puntare a chissà quale mondo fatato e irreale.

Nel periodo pre-partenza ci siamo abbandonati totalmente al Padre. Esperienza che tutt’ora prosegue. Che bellezza! Sapete, in questi mesi spesso e volentieri ci siamo scontrati con il non capire. È tutto così diverso qui. E non capiremo tante cose neanche tra tre anni. Ma neanche in Italia non capivamo tutto: perché il Signore stesse chiamando proprio noi, perché perdere un lavoro sicuro, perché …… Ma questa è la bellezza dell’affidarsi! Questa è Fede! Non è pazzia, nemmeno stupidità o fuga da qualcosa. È Fede, voglia di rispondere a una Chiamata che è arrivata quanto meno ce lo aspettavamo, quando ormai pensavamo di aver trovato un equilibrio. Ma il Padre è “furbetto”, arriva, ti prende la mano, ti strattona il cuore e alla fine come puoi dire di no! Quello che Lui propone è così meraviglioso!!!

“Lasciate le cose di questo mondo e seguitemi!”.  Con questa frase del Vangelo vogliamo augurarvi una buona Pasqua di risurrezione. 

Un abbraccio a tutti, Ilaria, Fabio con Tommaso ed Edoardo Fanton

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