Dio guarda il cuore non le apparenze

Quella domenica mattina ero a messa in cattedrale insieme ai membri dell’azione Cattolica uomini. Era la festa del tesseramento dell’associazione. Indossavo un vestito nuovo, un completo: l’uniforme dell’associazione. Sapevo di avere un aspetto diverso dal solito perché’ non avevo mai indossato un completo prima di allora. Al momento delle promesse ognuno doveva andare davanti all’altare, di fronte agli altri membri dell’associazione. Mi sono reso conto dallo sguardo delle persone che mi conoscevano che avevo un aspetto curiosamente diverso.

Poi ho visto tra la gente Mwihaki, una ragazzina con disabilità mentale. Camminava in mezzo ai banchi come al solito raccogliendo delle cose e portandole in giro. A un certo punto ha guardato avanti  ed è venuta dritta verso l’altare. Non pensavo mi potesse riconoscere a causa del mio vestito. Anche quando la incontro a casa sua, nella comunità dell’Arca, non mostra mai di riconoscermi e non mi saluta. Quindi davo per scontato che non sapesse chi ero. Sorprendentemente, Mwihaki e’ venuta direttamente verso di me e si è fatta spazio tra le persone per mettersi al mio fianco. Mi ha preso la mano, è rimasta serenamente con me mentre leggevo la preghiera della promessa e poi se n’è andata. Sono rimasto molto colpito. Pensavo che il mio abito speciale fosse una maschera che non le permettesse di riconoscermi. Ma non è stato così. Mwihaki mi ha riconosciuto, non dal vestito che indossavo, ma in qualche altro modo. Ed è rimasta con me, come per dire che la promessa di impegno a servizio della chiesa non aveva niente a che fare col mio vestito ma doveva vanire dal mio cuore.

Quando ero giovane, mio padre mi diceva che la verità di Dio si può cogliere da ciò che dice la gente intorno a me: quello che gli altri dicono di me è esattamente quello che Dio dice di me. Per questo motivo ho vissuto la mia vita cercando sempre di fare buona impressione. Il mio modo di fare, la mia disciplina, la creatività, l’impegno nel sociale hanno come obiettivo principale che gli altri abbiano stima di me, per evitare che mi rifiutino o parlino male di me. Tuttavia Dio mi chiede di non dare troppa importanza alle cose esteriori. Mi chiede di offrire il mio cuore da dove viene la misericordia, la compassione, l’amore, la pazienza, il perdono e la tolleranza. Se il pentimento viene dal mio cuore, allora è un pentimento vero, ma se fosse solo attraverso dei segni esteriori o delle azioni, potrebbe essere superficiale. 

(James Njoroge-uno dei direttori del St.Martin tratto da “Dall’Alba al Tramonto” di Febbraio 2015)

 

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